La Capri fiabesca immaginata da Hans Christian Andersen

L’isola di Capri nel mondo è l’emblema della bellezza mediterranea, meraviglia delle meraviglie da lasciare senza fiato chiunque abbia la fortuna di visitarla. Così deve essere stato anche per lo scrittore Hans Christian Andersen che grazie ai suoi racconto ha contribuito a rendere le bellezze naturalistiche di Capri celebri in tutta l’Europa del XIX secolo.

In questo articolo:

 

Lo scrittore Hans Christian Andersen

Hans Christian Andersen classe 1805 è stato un celebre scrittore di origine danese apprezzato soprattutto per le fiabe alcune delle quali indelebili e molto amate anche dalle nuove generazioni, tra queste: “La Sirenetta“,  “Il soldatino di stagno”, “La piccola fiammiferaia” e “Il brutto anatroccolo“.

Durante la sua vita Andersen ha avuto modo di visitare anche la bellissima isola di Capri nel lontano 1834 a soli 28 anni in occasione di una borsa di studio della “Fondazione Reale di Danimarca”. Come tutti prima di lui, anch’egli restò stregato dalla magnificenza dell’isola azzurra.

 

La Capri fiabesca raccontata da Andersen

Agli occhi del giovane Andersen l’isola di Capri appariva come un eden incontaminato e selvaggio, “Ho visto e sentito il paradiso”, ricoperto dalla vegetazione rigogliosa e fitta, proprio come “l’isola di fiaba”.

La conformazione dell’isola gli ricordava l’estrema punta della dimora delle mitologiche sirene anche se non sarà qui che egli scrisse il suo capolavoro “La Sirenetta”.

 

La sua permanenza nelle principali città d’Italia gli fu invece di ispirazione nella stesura del suo primo romanzo intitolato “L’improvvisatore” che parla di un giovane ragazzino romano Antonio nato povero (come lo scrittore d’altronde che nell’opera sembra raccontare le vicende del suo alter ego) che era dovuto scendere a compromessi pur di perseguire le sue ambizioni.

 

All’interno del romanzo lo scrittore nel raccontare una delle vicende che riguardavano il giovane protagonista Antonio racconta di una “Buca delle streghe” (o Grotta delle Streghe) la cui descrizione ricorda moltissimo la misteriosa e bellissima Grotta Azzurra a Capri (scoperta solo qualche anno prima nel 1826) che Andersen aveva avuto modo di visitare personalmente e che lui amava definire “il gioiello di Capri e di tutt’Italia”.

 

L’azzurro dell’acqua che si rifletteva tutt’intorno sulle pareti della cavità carsica creava un’atmosfera surreale e trasportava il lettore all’interno di un mondo magico dove tutto poteva accadere. In effetti un tempo la cavità era abbandonata ed era conosciuta con il nome di Gradola, gli abitanti dell’isola credevano fosse abitata dagli spiriti da qui il collegamento con le streghe.

 

Altro angolo famoso di Capri e particolarmente amato dallo scrittore erano le rovine di Villa Tiberio tra la macchia mediterranea selvatica, da lì poteva godere di un panorama mozzafiato sul mare “l’azzurro infinito del mare” e dei meravigliosi frutti di quella natura assai generosa.

 

Fu proprio grazie ai racconti di Andersen sull’incredibile luogo che la Grotta Azzurra divenne celebre in tutta Europa e simbolo indiscusso dell’isola azzurra, all’epoca era ancora possibile ammirare al suo interno i resti di antiche statue romane.

 

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